martedì 14 gennaio 2014

Dopo il poker di Berardi, il talento del Sassuolo, è festa a Mirto Crosia, il suo paese d'origine. Parla il papà del campione.

"Davvero una grande emozione i suoi gol al Milan". La Juventus lo voleva a 12 anni, ma disse no: era tifoso dell'Inter. Poi arrivò il Sassuolo . . . una splendida favola.

Sono queste le parole di Luigi, papà di Domenico Berardi, per gli amici "Mimmo", giovane Talento del Sassuolo che domenica contro il Milan regalò alla sua squadra ben tre punti mettendo a segno un poker di gol. Fino a pochi mesi fa Domenico era noto solo agli appassionati di calcio soprattutto di B, da domenica sera invece è entrato con superbia nella storia del calcio, firmando appunto una splendida quaterna con i rossoneri di Allegri. E così dai campi della B ad un posto ai mondiali della prossima estate in Brasile. Un sogno che può diventare realtà per il mancino di Mirto Crosia, il paese dove ha vissuto con i genitori.
Da piccolo e fino alla formazione Allievi gioca nella squadra del paese: Castello Mirto Crosia fino a 2008 (vedi foto) allenato da Riccardo Voltarelli e da qui i suoi primi riscontri con il vero mondo del calcio. Tanto che all'età di 12 anni, Mimmo, fu notato da un'osservatore della Juventus che decise di parlare con i genitori, ma il ragazzo scappò di casa perchè era tifoso dell'inter e non voleva giocare con la Juve. "Aveva solo 12 anni", dice il padre Luigi, "e non potevo farlo giocare in promozione con la prima squadra". 

Ma la storia di Berardi è davvero singolare, perchè fortuna volle che dopo la svolta nel 2010 del Sassuolo, militando nella squadra il caso ha voluto, che le sue prime realizzazioni fra i professionisti arrivasse a Crotone, proprio a due passi dalla sua terra d'origine sotto gli occhi della sua famiglia. Berardi segna e di corsa si dirige verso il settore tribuna scoperta dove sono assiepati una trentina di parenti ed amici del campione che scendono i gradini e si avvicinano al vetro di separazione per festeggiare con Domenico. A questo punto i tifosi del Crotone non possono che applaudire il ragazzo di Calabria.

"C'eravamo tutti" disse il papà, i parenti di Bocchigliero, Longobucco, Cirò, Torretta, tutti li a gioire per lui.

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